I nuovi apparecchi ecografici, usati nello studio, sono dotati di sonda tridimensionale, che permette cioè di ricostruire una immagine in tre dimensioni, partendo da più scansioni successive di una stessa struttura. E’ quindi una tecnica diagnostica per immagini, non invasiva, utile ad indagare la morfologia degli organi genitali interni femminili.
La capacità di ricostruire il piano corrispondente alla cavità endometriale consente di valutare alcuni tipi di patologie in modo non invasivo, con risvolti pratici nel campo della medicina della riproduzione.
Si possono valutare l’integrità anatomica delle strutture muscolari pelviche che chiudono la parte inferiore del bacino e che sono sottoposte all’azione di usura che l’attività fisica quotidiana (camminare, saltare, abbassarsi, tossire, starnutire…) esercita su di esse.
Tra le principali possibilità di controllo, vi sono l’incontinenza urinaria (anche minima), una diminuita indifferente percezione durante i rapporti sessuali, dovuta al rilassamento dei muscoli che circondano il vestibolo e la vagina, e una diminuita sicurezza nelle funzioni intestinali, che può manifestarsi sia come difetto di continenza che come difficoltà o impossibilità di svuotare completamente l’intestino retto.