Ecografia Morfologica

Quest’analisi ecografica è, assieme all’ecografia del primo trimestre, il controllo più importante e complesso di tutta la gravidanza.

Viene detta morfologica, perché è destinata a studiare la morfologia del feto per escludere, o accertare, la presenza di malformazioni.

Deve essere eseguita dalla 20a alla 23a settimana di gestazione perché il feto, in questo periodo di tempo,  è nelle migliori condizioni per essere studiato (in quanto il rapporto fra le dimensioni del feto e la quantità di liquido amniotico è ottimale) e perché dopo tale periodo la legge non permette l’interruzione della gravidanza anche se il feto è affetto da gravi malformazioni.

L’ecografia morfologica a fini puramente conoscitivi può essere eseguita anche più tardivamente ed è comunque utile, anche se, con l’avanzare della gestazione (dopo le 26 settimane), il feto si analizza con sempre maggiore difficoltà.

Cosa si analizza.

Questa’analisi prevede la valutazione delle dimensioni del feto (biometria fetale), dell’impianto e della struttura della placenta, della quantità di liquido amniotico, del collo dell’utero, ma fornisce soprattutto uno diagnostica analitica di tutti le parti anatomiche esplorabili nel feto, che nello specifico sono:

– Cervello

– Faccia (Osservazione del profilo, delle labbra e delle lenti del cristallino oculare)

– Torace (Osservazione polmonare e della posizione del cuore)

– Colonna vertebrale

– Cuore (Studio e analisi delle 4 camere cardiache, dell’arco aortico, dell’emergenza dei grossi  vasi, della sezione 3 vasi, della frequenza e ritmicità del battito cardiaco fetale).

– Diaframma (Per accertarne l’integrità)

– Addome (Con controllo della chiusura della parete e studio degli organi interni quali lo stomaco, la colecisti, il fegato e l’intestino, apparato genito-urinario, con visualizzazione dei reni, della vescica e dei genitali esterni)

– Cordone ombelicale

– Arti superiori ed inferiori (Visualizzazione delle ossa lunghe, dell’asse delle mani e dei piedi, della dita delle mani)

– Indicatori di rischio (markers) di cromosomopatie, che sono dei segni ecografici a carico di vari organi che possono indicare un aumento del rischio di anomalie dei cromosomi fetali

Viene inoltre esaminato il flusso del sangue con il color doppler che consente di individuare con più facilità eventuali difetti interventricolari o di riempimento.

 

Nonostante tutte le attenzioni diagnostiche di questo esame, non tutti i quadri patologici sono diagnosticabili in utero, e ciò dipende anche  dall’ecogenicità della paziente (nelle pazienti magre la visibilità è decisamente migliore rispetto alle pazienti robuste), dalla quantità di liquido amniotico e dalla posizione del feto.